81 research outputs found

    Sistemi informatici in radiologia: sviluppi tecnologici del PACS di area vasta nord-ovest

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    L’introduzione dei Sistemi informativi in Sanità, in particolare per la gestione delle immagini radiologiche, ha avuto negli ultimi anni una drammatica accelerazione. La refertazione al computer permette di manipolare l’immagine off-line con modalità quali il controllo dei contrasti e della luminosità, l’ingrandimento, la ricostruzione di piani non assiali, l’apposizione di regioni di interesse (ROI) ed altre. Tutto ciò si realizza in una aumentata qualità della refertazione, associata inevitabilmente ad una minore percentuale di errore. Una delle conseguenze di questo processo di innovazione è la costante crescita del bisogno di governare l’enorme mole di dati prodotta, sia dal punto di vista clinico, sia amministrativo. È evidente come la necessità di estrarre in modo automatico informazioni cliniche nascoste in gigabyte di dati, porti alla realizzazione di software basati su alti livelli di interoperabilità. Proprio in questa ottica, il profilo di integrazione Cross-Enterprise Document Sharing (XDS), dopo mesi di test, si è rivelato estremamente efficace portando interessanti e promettenti risultati. Possiamo senza dubbio affermare, a conclusione del nostro studio, che XDS, insieme agli altri profili IHE, offre una solida base per lo sviluppo di reti sanitarie condivise. Già prima dell’implementazione con XDS, il RIS/PACS dell’area vasta Nord Ovest Toscana (NOT) aveva la possibilità di condividere informazioni e immagini tra i vari computer della rete. Erano tuttavia presenti diverse limitazioni superate dall’introduzione di XDS, le cui caratteristiche lo rendono la soluzione ideale per migliorare le caratteristiche dello sharing. Alcuni degli aspetti di innovazione di maggior rilievo sono riassunti di seguito: • All’interno dell’affinity domain, la condivisione è totale e uniforme; cioè grazie a IHE e ai suoi profili di integrazione (tra cui XDS), c’è la possibilità di instaurare dialoghi tra Sistemi informatici con diverso marchio, così da superare la limitazione dovuta ai conflitti possibili tra linguaggi di comunicazione. Infatti, pur adottando protocolli standard di comunicazione, spesso i software non sono in grado di scambiarsi efficientemente dati, in quanto gli standard stessi possono presentare conflitti interpretativi e troppo ampia scelta di opzioni. È quindi preferibile, con una bassa necessità di “customizzazione” locale e costi molto ridotti, implementare i diversi software informatici, piuttosto che modificare e comprare lo stesso software per tutti i computer dell’affinity domain. • Grazie al profilo BPPC, la privacy del paziente è massima, cioè la persona si trasforma in un agente attivo, cioè in grado di scegliere se e quali dati condividere. • I messaggi del profilo si basano sulla tecnologia ebXML, sistema robusto e collaudato, flessibile e facilmente scalabile. • Questo profilo di integrazione permette di pubblicare o condividere qualsiasi tipo di documento, testo, immagini, video, etc… • In ogni transazione viene spedito sempre un metadata e il documento stesso; in questo modo è possibile inserire informazioni aggiuntive quali autore, data o una descrizione (ad es. esiste un profilo chiamato REM, radiation exposure monitoring, che è in grado di segnalare la quantità di dose inviata al paziente per ogni esame di diagnostica per immagini). • Grazie alla possibilità di raggruppare dati di un singolo paziente (folder) si può seguire l’intera storia clinica del paziente, con la possibilità di realizzare dei sistemi di “data warehousing” che sempre di più si appoggeranno al fascicolo sanitario personale del paziente. • La possibilità di gestire in modo trasparente il formato dei dati permette di avere nello stesso strumento (registry) dati di natura completamente diversa e ricercare lo stesso dato clinico in un filmato, piuttosto che in una immagine o in un referto di laboratorio per poterlo “incrociare” efficacemente. • Il valore aggiunto di XDS è che non c’è duplicazione di dati e ridondanza, particolare molto importante per dati voluminosi come le immagini radiologiche. L’implementazione XDS del RIS/PACS dell’area vasta NOT ha necessariamente come fine ultimo quello di apportare dei benefici verso il paziente in particolare attraverso la possibilità di condividere le informazioni cliniche e le immagini radiologiche. Alcuni di questi benefici sono emersi chiaramente nel corso della sperimentazione eseguita a Pisa con le immagini mammografiche, che ha rappresentato un primo significativo passo verso lo sviluppo di una integrazione totale, con la possibilità di condividere qualsiasi tipo di dato sanitario. Nelle nostre intenzioni c’è quella di espandere la sperimentazione concentrandoci inizialmente sulla condivisione dei dati e delle immagini chirurgiche. Tra i principali benefici emersi nel corso dello studio o prevedibili in base alle caratteristiche di questa nuova piattaforma, quelli che seguono meritano a nostro giudizio una particolare attenzione. Accesso completo ai dati. Il personale medico ha accesso istantaneo a risultati di esami di laboratorio, esami di diagnostica per immagini, indipendentemente da dove gli esami sono stati eseguiti. Seconda opinione. Gli esami (di qualsiasi dipartimento) possono essere condivisi tra diversi medici così da avere una seconda opinione su esami dubbi, in questo modo si riducono in modo significativo gli errori diagnostici. Consultazione tra specialisti. La richiesta da parte di un dipartimento di consulti specialistici esterni è fortemente facilitata, non essendo più necessaria la presenza fisica del consulente, il quale potrà ricevere per via digitale informazioni complete su anamnesi, patologia, diagnosi e terapie passate e presenti del paziente. Condivisione per altri usi. La piattaforma può essere utilizzata per condividere altre informazioni. E’ in studio ad esempio la creazione di una ePharmacy , che connetta la farmacia centrale dell’ospedale con i vari ambulatori clinici. Il fattore essenziale per un efficace sviluppo del profilo XDS è rappresentato dall’ampliamento dell’affinity domain, ovvero del network di utilizzo della piattaforma. Grazie a questo passo, si potrebbe ottenere un’interoperabilità che superi i confini regionali, fino ad arrivare a quelli nazionali e continentali. Se così accadesse, lo sviluppo dei profili di integrazione IHE (come il profilo XDS) potrebbe portare nel tempo a una riforma complessiva dei modelli organizzativi e di formazione in ambito sanitario, finalizzata ad una riduzione dei costi e associata ad una ottimizzazione delle prestazioni. Il facile accesso al dato clinico e il virtuale azzeramento della distanza fisica tra realtà cliniche potrà avere come conseguenza la creazione di centri ad elevata specializzazione che potranno acquisire casistiche sufficientemente numerose anche per patologie relativamente rare, garantendo cosi livelli elevati di accuratezza diagnostica su un vastissimo territorio. Il processo di distribuzione dell’eccellenza, già in atto al momento sotto la spinta principale dell’ottimizzazione delle risorse economiche, sarebbe così fortemente incentivato e non andrebbe a discapito della qualità dell’assistenza sanitaria, ma contribuirebbe a migliorarla. Non è da sottovalutare anche come la refertazione remota, che è già realtà in diverse regioni del mondo, si accompagni a riduzione significativa dei costi, riduzione dei tempi di attesa e spesso ad un miglioramento dell’accuratezza diagnostica. Normalmente infatti, la diagnosi viene formulata in doppio cieco, ovvero l’immagine radiologica viene inviata a due centri diversi. Non va naturalmente dimenticato che, come ogni trasformazione, anche quella descritta potrà portare con sè anche aspetti negativi verso i quali sarà necessario intraprendere le necessarie contromisure. Va sottolineato ad esempio che la condivisione di immagini o di altre notizie diagnostiche non potrà mai sostituire le informazioni che si ottengono dal contatto diretto con il paziente. Le informazioni che il clinico trae dalla visita, dal contatto diretto con il malato, dall’esame obiettivo rimarranno sempre aspetti indispensabili di una corretta pratica medica. XDS può contribuire alla condivisione delle informazioni, ma non deve in alcun modo condurre a un distacco dalla buon pratica clinica. In un contesto ospedaliero in cui vengano enfatizzati gli aspetti di ultra-specializzazione del personale medico, maggiore attenzione dovrà essere posta sulla formazione continua delle competenze cliniche di base, incluse quelle legate alle pratiche internistiche generali e di pronto soccorso. In conclusione, riteniamo che questi scenari ipotizzati non siano lontani dal realizzarsi; gli studi sui sistemi informativi sono in continua evoluzione e la competitività tra le varie aziende produttrici di software non fa che portare a un continuo aggiornamento. Siamo convinti che lo sviluppo di questi profili di supporto alla condivisione dei dati clinici consenta di governare più efficacemente i processi di trasformazione dei modelli organizzativi già in atto, facendo in modo che processi guidati dalle esigenze di risparmio economico non si trasformino in un impoverimento della qualità dell’assistenza, ma piuttosto in un generale miglioramento

    Terzo settore e interesse generale in prospettiva comparatistica europea

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    L\u2019articolo prende in considerazione la nozione di interesse generale in quanto alla base della riforma delle organizzazioni del Terzo settore e costituisce una guida nella ricostruzione della protezione accordata alle organizzazioni senza scopo di lucro non solo in Italia, ma anche in Europa. In questo senso, l'interesse generale \ue8 quello proprio della pluralit\ue0 di individui che \ue8 la comunit\ue0 costitutiva dell'ordinamento, e che deve comunque essere esercitata in via esclusiva o principale. Il presente contributo analizza l\u2019intersezione della disciplina europea con quella non sempre omogenea degli stati nazional

    The INT Search for Metal-Poor Stars. Spectroscopic Observations and Classification via Artificial Neural Networks

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    With the dual aims of enlarging the list of extremely metal-poor stars identified in the Galaxy, and boosting the numbers of moderately metal-deficient stars in directions that sample the rotational properties of the thick disk, we have used the 2.5m Isaac Newton Telescope and the Intermediate Dispersion Spectrograph to carry out a survey of brighter (primarily northern hemisphere) metal-poor candidates selected from the HK objective-prism/interference-filter survey of Beers and collaborators. Over the course of only three observing runs (15 nights) we have obtained medium-resolution (resolving power ~ 2000) spectra for 1203 objects (V ~ 11-15). Spectral absorption-line indices and radial velocities have been measured for all of the candidates. Metallicities, quantified by [Fe/H], and intrinsic (B-V)o colors have been estimated for 731 stars with effective temperatures cooler than roughly 6500 K, making use of artificial neural networks (ANNs), trained with spectral indices. We show that this method performs as well as a previously explored Ca II K calibration technique, yet it presents some practical advantages. Among the candidates in our sample, we identify 195 stars with [Fe/H] <= -1.0, 67 stars with [Fe/H] <= -2.0, and 12 new stars with [Fe/H] <= -3.0. Although the EFECTIVE YIELD of metal-poor stars in our sample is not as large as previous HK survey follow-up programs, the rate of discovery per unit of telescope time is quite high.Comment: 27 pages (including 13 figures) + 6 tables (20 pages); uses aastex, lscape and graphicx; to appear in A

    COVID-19 in rheumatic diseases in Italy: first results from the Italian registry of the Italian Society for Rheumatology (CONTROL-19)

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    OBJECTIVES: Italy was one of the first countries significantly affected by the coronavirus disease 2019 (COVID-19) epidemic. The Italian Society for Rheumatology promptly launched a retrospective and anonymised data collection to monitor COVID-19 in patients with rheumatic and musculoskeletal diseases (RMDs), the CONTROL-19 surveillance database, which is part of the COVID-19 Global Rheumatology Alliance. METHODS: CONTROL-19 includes patients with RMDs and proven severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) updated until May 3rd 2020. In this analysis, only molecular diagnoses were included. The data collection covered demographic data, medical history (general and RMD-related), treatments and COVID-19 related features, treatments, and outcome. In this paper, we report the first descriptive data from the CONTROL-19 registry. RESULTS: The population of the first 232 patients (36% males) consisted mainly of elderly patients (mean age 62.2 years), who used corticosteroids (51.7%), and suffered from multi-morbidity (median comorbidities 2). Rheumatoid arthritis was the most frequent disease (34.1%), followed by spondyloarthritis (26.3%), connective tissue disease (21.1%) and vasculitis (11.2%). Most cases had an active disease (69.4%). Clinical presentation of COVID-19 was typical, with systemic symptoms (fever and asthenia) and respiratory symptoms. The overall outcome was severe, with high frequencies of hospitalisation (69.8%), respiratory support oxygen (55.7%), non-invasive ventilation (20.9%) or mechanical ventilation (7.5%), and 19% of deaths. Male patients typically manifested a worse prognosis. Immunomodulatory treatments were not significantly associated with an increased risk of intensive care unit admission/mechanical ventilation/death. CONCLUSIONS: Although the report mainly includes the most severe cases, its temporal and spatial trend supports the validity of the national surveillance system. More complete data are being acquired in order to both test the hypothesis that RMD patients may have a different outcome from that of the general population and determine the safety of immunomodulatory treatments

    The wide-field, multiplexed, spectroscopic facility WEAVE : survey design, overview, and simulated implementation

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    Funding for the WEAVE facility has been provided by UKRI STFC, the University of Oxford, NOVA, NWO, Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC), the Isaac Newton Group partners (STFC, NWO, and Spain, led by the IAC), INAF, CNRS-INSU, the Observatoire de Paris, Région Île-de-France, CONCYT through INAOE, Konkoly Observatory (CSFK), Max-Planck-Institut für Astronomie (MPIA Heidelberg), Lund University, the Leibniz Institute for Astrophysics Potsdam (AIP), the Swedish Research Council, the European Commission, and the University of Pennsylvania.WEAVE, the new wide-field, massively multiplexed spectroscopic survey facility for the William Herschel Telescope, will see first light in late 2022. WEAVE comprises a new 2-degree field-of-view prime-focus corrector system, a nearly 1000-multiplex fibre positioner, 20 individually deployable 'mini' integral field units (IFUs), and a single large IFU. These fibre systems feed a dual-beam spectrograph covering the wavelength range 366-959 nm at R ∼ 5000, or two shorter ranges at R ∼ 20,000. After summarising the design and implementation of WEAVE and its data systems, we present the organisation, science drivers and design of a five- to seven-year programme of eight individual surveys to: (i) study our Galaxy's origins by completing Gaia's phase-space information, providing metallicities to its limiting magnitude for ∼ 3 million stars and detailed abundances for ∼ 1.5 million brighter field and open-cluster stars; (ii) survey ∼ 0.4 million Galactic-plane OBA stars, young stellar objects and nearby gas to understand the evolution of young stars and their environments; (iii) perform an extensive spectral survey of white dwarfs; (iv) survey  ∼ 400 neutral-hydrogen-selected galaxies with the IFUs; (v) study properties and kinematics of stellar populations and ionised gas in z 1 million spectra of LOFAR-selected radio sources; (viii) trace structures using intergalactic/circumgalactic gas at z > 2. Finally, we describe the WEAVE Operational Rehearsals using the WEAVE Simulator.PostprintPeer reviewe

    The wide-field, multiplexed, spectroscopic facility WEAVE: Survey design, overview, and simulated implementation

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    WEAVE, the new wide-field, massively multiplexed spectroscopic survey facility for the William Herschel Telescope, will see first light in late 2022. WEAVE comprises a new 2-degree field-of-view prime-focus corrector system, a nearly 1000-multiplex fibre positioner, 20 individually deployable 'mini' integral field units (IFUs), and a single large IFU. These fibre systems feed a dual-beam spectrograph covering the wavelength range 366-959\,nm at R5000R\sim5000, or two shorter ranges at R20000R\sim20\,000. After summarising the design and implementation of WEAVE and its data systems, we present the organisation, science drivers and design of a five- to seven-year programme of eight individual surveys to: (i) study our Galaxy's origins by completing Gaia's phase-space information, providing metallicities to its limiting magnitude for \sim3 million stars and detailed abundances for 1.5\sim1.5 million brighter field and open-cluster stars; (ii) survey 0.4\sim0.4 million Galactic-plane OBA stars, young stellar objects and nearby gas to understand the evolution of young stars and their environments; (iii) perform an extensive spectral survey of white dwarfs; (iv) survey 400\sim400 neutral-hydrogen-selected galaxies with the IFUs; (v) study properties and kinematics of stellar populations and ionised gas in z<0.5z<0.5 cluster galaxies; (vi) survey stellar populations and kinematics in 25000\sim25\,000 field galaxies at 0.3z0.70.3\lesssim z \lesssim 0.7; (vii) study the cosmic evolution of accretion and star formation using >1>1 million spectra of LOFAR-selected radio sources; (viii) trace structures using intergalactic/circumgalactic gas at z>2z>2. Finally, we describe the WEAVE Operational Rehearsals using the WEAVE Simulator.Comment: 41 pages, 27 figures, accepted for publication by MNRA

    The wide-field, multiplexed, spectroscopic facility WEAVE: Survey design, overview, and simulated implementation

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    WEAVE, the new wide-field, massively multiplexed spectroscopic survey facility for the William Herschel Telescope, will see first light in late 2022. WEAVE comprises a new 2-degree field-of-view prime-focus corrector system, a nearly 1000-multiplex fibre positioner, 20 individually deployable 'mini' integral field units (IFUs), and a single large IFU. These fibre systems feed a dual-beam spectrograph covering the wavelength range 366−959\,nm at R∼5000, or two shorter ranges at R∼20000. After summarising the design and implementation of WEAVE and its data systems, we present the organisation, science drivers and design of a five- to seven-year programme of eight individual surveys to: (i) study our Galaxy's origins by completing Gaia's phase-space information, providing metallicities to its limiting magnitude for ∼3 million stars and detailed abundances for ∼1.5 million brighter field and open-cluster stars; (ii) survey ∼0.4 million Galactic-plane OBA stars, young stellar objects and nearby gas to understand the evolution of young stars and their environments; (iii) perform an extensive spectral survey of white dwarfs; (iv) survey ∼400 neutral-hydrogen-selected galaxies with the IFUs; (v) study properties and kinematics of stellar populations and ionised gas in z1 million spectra of LOFAR-selected radio sources; (viii) trace structures using intergalactic/circumgalactic gas at z>2. Finally, we describe the WEAVE Operational Rehearsals using the WEAVE Simulator

    I contratti di ospitalità

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